Venerdì 5 febbraio 2016, ore 18

Fondazione “Marco Biagi”

Danilo Eccher

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Nell’atelier di Christian Boltanski

«Vi sono opere nella produzione artistica di Christian Boltanski, forse le più note al pubblico, che inequivocabilmente trasmettono un tragico senso di morte […] Sono sale cosparse di fiori che rinsecchiscono o marciscono ai piedi di un’immagine morta, sono cumuli di vestiti ripiegati e accatastati su sterili ripiani, sono sarcofagi di cristallo con i loro veli sepolcrali, sono muri di scatole di cartone o di zinco su cui è riconoscibile il nome o la fotografia di una ignota presenza. È il senso ultimo del passaggio, della fine di un tempo, è il tormento di un ricordo senza pace, è la domanda insoluta sul senso della nostra presenza».


(Danilo Eccher, Christian Boltanski: l’arte di un ricordo liquido, in: Christian Boltanski, Milano 1997, pag. 20)

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Danilo Eccher, curatore e critico d’arte, ha lavorato per giornali quali «Arte Cultura», «D’Ars», «La Vernice», «Flash Art». Ha diretto la GAM, Galleria d’Arte Moderna di Bologna (1996-2000), il MACRO, Museo di Arte Contemporanea di Roma (2001-2008), ARCOS, Museo d’Arte Contemporanea del Sannio di Benevento (2004-2009) e la GAM-Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea di Torino (2009-2014). Ha insegnato nei corsi di specializzazione presso l’Università di Bologna, l’Università “La Sapienza” di Roma e la LUISS di Roma. Curatore di numerose personali, di particolare rilievo per la presente rassegna si ricordano quelle di Christian Boltanski (GAM di Bologna, 1997 e MACRO, 2006). Tra le sue pubblicazioni, si ricorda in particolare Christian Boltanski. Pentimenti (con D. Soutif, Bologna 1997).


Christian Boltanski (Parigi, 1944), dopo gli esordi come pittore si è affermato soprattutto per le sue installazioni in cui assembla oggetti comuni come depositi di ricordo: accanto a opere di ricostruzione della propria autobiografia ha realizzato memoriali di scomparsi senza nome. Nell’attraversamento tra vari media (video, fotografia, teatro), ha messo al centro della sua pratica artistica soprattutto il tema della memoria e dell’assenza come si rivela nelle esperienze di perdita, di scarto e di lutto, tanto sullo sfondo di grandi eventi drammatici (come la Shoah o l’abbattimento del volo su Ustica), quanto nelle ordinarie biografie individuali. Ha esposto, tra l’altro, a Documenta, Kassel (1972, 1987), alla Biennale di Venezia (1986), a quella di Parigi (1975) e a Monumenta, Parigi (2010).

Venerdì 8 gennaio 2016, ore 18

Fondazione “Marco Biagi”

Il congedo dalle arti belle

Venerdì 15 gennaio 2016, ore 18

Fondazione "Marco Biagi"

Commedia-tragedia tra Beckett e Bacon

Venerdì 22 gennaio 2016, ore 18

Fondazione "Marco Biagi"

Come le cose diventano opere d’arte

Venerdì 29 gennaio 2016, ore 18

Fondazione “Marco Biagi”

Nell’atelier di Nan Goldin

Venerdì 5 febbraio 2016, ore 18

Fondazione “Marco Biagi”

Nell’atelier di Christian Boltanski

Venerdì 12 febbraio 2016, ore 18

Fondazione “Marco Biagi”

Nell’atelier di Giuseppe Penone