«L’arte contemporanea come arte della riflessione procede, dunque, dalla rappresentazione ironico-tragica del dissidio tra la “nostalgia di opera” del soggetto e il “risultato” della sua ricerca, attraverso gli “eroici” esperimenti delle avanguardie storiche per porvi rimedio, fino alla “resa” ironico-comica, fino all’opera come negazione dell’opera, all’arte come “morte dell’arte”, all’arte che non può rimandare oltre se stessa, all’arte che si “compie” nella impotenza del proprio operari a esprimere quella “soddisfazione” o “conciliazione” del soggetto col suo mondo, che l’“educazione estetica” sembrava assicurare. All’arte che “si svuota”, kenoticamente. Ma a un tale esito, davvero tragicomico, si perviene attraverso il grande Riso de-costruttivo di ogni forma o narrazione, Riso versus ogni logos pro-gettuale».
«È noto il detto hegeliano per cui di fronte all’arte del nostro tempo è impossibile sostare pregando. Ma è forse possibile un agire ancor più profondo: riflettere ridendo».
(Da Hegel a Duchamp, in Enciclopedia delle arti contemporanee (Milano 2010), passim)
Massimo Cacciari è professore emerito di Estetica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Ha rivolto la sua attenzione alla crisi dell’idealismo tedesco e dei sistemi dialettici, valorizzando la critica della metafisica occidentale propria di Nietzsche e di Heidegger e seguendo la genealogia del pensiero nichilistico nei classici della mistica tardo-antica, medievale e moderna. Tra i suoi libri: Icone della legge (Milano 1985); L’Angelo necessario (Milano 1986 e 1992); Dell’inizio (Milano 1990); Della cosa ultima (Milano 2004); Dallo Steinhof (Milano 2005); Tre icone (Milano 2007); La città (Rimini 2009); Hamletica (Milano 2009), Doppio ritratto. San Francesco in Dante e Giotto (Milano 2012); Il potere che frena (Milano 2013); Labirinto filosofico (Milano 2014); Filologia e filosofia (Bologna 2015). Utili ai fini della rassegna anche i saggi: Da Hegel a Duchamp, in Enciclopedia delle arti contemporanee (Milano 2010) e Il produttore malinconico, in Walter Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica (Torino 2014).